Progresso dei lavori
«La costruzione della nuova Chiesa trovò sul principio una difficoltà terribile, che le impedì di procedere colla celerità, che si desiderava. Questo nemico, col quale si dovette combattere a tutta oltranza era l'acqua, che, provenendo da abbondanti scoli delle terre vicine, allagava le fondamenta ed impediva di lavorare. Anzitutto si tentò di asciugare il terreno colle pompe, ma era una fatica sprecata, perché l'acqua continuava a sgorgare come da una sorgente perenne. Allora vi si costrusse un apposito canale, col quale le si fece prendere un'altra direzione e cosi si poté nuovamente procedere nella fabbricazione.
L'opera cresceva di giorno in giorno, e sotto l'alta direzione dell'Ingegnere Porta, e la vigilanza continua, indefessa del solerte signor Billotti, presto si sollevarono dal suolo, come per incanto, le mura del nuovo edificio; presto sorsero svelti e gentili i pilastri, che dovevano sostenerne gli archi e le volte. Dal mese di Maggio si lavorò senza interruzione fino alla vigilia del Santo Natale, ed a quell'epoca la nuova Chiesa era già letteralmente coperta, dimodochè nulla più aveva a temere dalle intemperie della cattiva stagione. Sembra cosa incredibile: in soli sette mesi, senza contare il tempo perduto per l'acqua, si era innalzato un edificio lungo quaranta metri, largo venti, alto diciannove.»...«Al sabato Santo, 24 Aprile 1894, ricomparve qualche operaio a preparare nuovamente i ponti esterni, e nella seguente settimana si riprese la costruzione della Chiesa. Si fabbricarono tosto li volte della navata centrale, indi quelle laterali e poi, mentre appositi operai attendevano all'arricciatura delle volte e delle pareti interne, si pose mano al compimento della splendida facciata. Si collocarono una dopo l'altra le colonne di pietra con relative basi e capitelli, si posero insieme i vari pezzi del magnifico finestrone centrale, e così poco a poco, la parte anteriore del tempio prese un aspetto, maestoso ed artistico. Mancava solo più che sulla sua punta più alta s'inalberasse la Croce, ed anche questa funzione fu compiuta con una solennità tutta particolare»...«A metà del mese di Luglio vennero i pittori che, usufruendo i ponti ancora preparati, incominciarono a decorare le volte centrali e le relative pareti fino all'altezza delle navate laterali. Poscia dovettero interrompere il loro lavoro, perché il resto della muratura era ancor troppo umido, ed il continuare sarebbe stato l'esporsi ad avere un lavoro guasto e macchiato. Verso Settembre il pittore signor Stura venne personalmente a dipingere il Redentore ed i quattro Evangelisti, negli spicchi delle volte del coro. Frattanto l'impresa proseguiva alacremente il suo lavoro, e, mentre nel presbitero si disponeva il pavimento alla veneziana, si collocavano le balaustre, si metteva a posto l'Altar Maggiore, si compivano tutte le opere lasciate interrotte intorno alle finestre ed alle basi delle colonne. L'ultimo mese fu un mese di lavoro colossale, e l'ampio edificio presentava l'immagine di un arsenale, in cui i vari operai attendevano nel medesimo tempo ai più opposti lavori. I vetrai disponevano i vetri colorati; i falegnami si occupavano delle porte, della bussola, dei palchetti della sacrestia; i muratori lavoravano attorno al pavimento ed agli ultimi lavori più necessari.
Si sperava inaugurarla il dì dei Santi, ma ciò riescì veramente impossibile: la funzione inaugurale fu quindi trasportata al 18 Novembre e ci volle tutto l' impegno ammirabile, e la buona volontà dell'impresa, superiore ad ogni elogio, per esser pronti in tal giorno. Si impiegò nel lavoro perfino tutta la notte dal 17 al 18, ma si mantenne la parola. Al mattino del 18 tutto era pronto e così in quindici mesi di lavoro questo ammirabile edificio fu portato dalle fondamenta fino al punto di essere inaugurato ed aperto solennemente al culto. Non si può dir certamente che siasi perduto il tempo!»