…."Poco dopo arrivò di corsa un contadino, d'una cinquantina d'anni, secco, una faccia di uomo logorato dal lavoro, ma d'espressione risoluta; salì sul treno, diede un'occhiata alla famiglia, e poi venne ad appoggiarsi al parapetto esterno in faccia a noi. Il nostro agronomo lo riconobbe: era un contadino delle parti di Bagnolo, dove possedeva una piccola vigna e un piccolo prato, una casetta, e un po' di bosco...
"E. De Amicis da: Alle Porte d'Italia. 9°capitolo"
Bagnolo Piemonte
Questo Comune sta a Nord-Ovest di Saluzzo, da cui è distante 25 Km circa, ed a nord-est di Torino, da cui è 55 Km. lontano. Delle sue strade comunali, una da levante per Cavour, l'altra da mezzodi per Barge, la terza a settentrione per Bibiana, Comuni da esso distanti circa 5 Km. Dividesi in borgo San Pietro, e nelle due borgate del Villar, e di Villaretto-Olmetto.
A sette km. dal capoluogo, sui monti di esso, ha la sorgente il Grana, che si scarica nel Po in vicinanza di Staffarda; riceve nel suo corso il cosidetto Rivo Secco, e non pochi rigagnoli, tutti nascono sui monti del comune, i quali occupano la metà circa del suo territorio.
A questi monti, Montoso e Rucas che sono una parte della catena del Monviso, si sale per una comoda strada. I faggi, i larici e gli abeti vi allignano molto bene. Contengono essi cave di granito (pietra di Luserna). Le lose, che costì lavorate si esportano in tutto il mondo per la costruttura dei tetti, muri, pareti ed arredo urbano, formano la ricchezza del comune.
Sono tre le chiese parrocchiali, la prima nel borgo consacrata a S. Pietro in vincoli con titolo di priorato; la seconda nella borgata del Villar, sotto l'invocazione di S. Giovanni Battista, con titolo prevostale; la terza nel luogo del Villaretto, dedicata a S. Giovanni Evangelista, con nome di pievania. In quella del Villar si ammira un bel dipinto creduto del Moncalvo. Esso rappresenta la Madonna del Carmelo sedente, il bambino Gesù che le sta in piedi sulle ginocchia, e varii angioli, che suonano diversi strumenti.
Queste tre antichissime parrocchiali sono menzionate nella bolla di Eugenio III del 1148, il quale pontefice le sottomise al monastero dei canonici d'Oulx, e sono anche rammentate in una bolla di Alessandro III del 1172.