UN MONASTERO AGOSTINIANO (600 d.c.)
Negli ultimi decenni dell'impero romano il Piemonte, terra di transito tra l'Italia e la Gallia, è percorso da orde di barbari che passano, distruggono e rubano.
Prima i Visigoti di Alarico, poi gli Eruli di Odoacre, poi ancora i Goti di Teodorico, e persino i bizantini, decisi a rivendicare per sé l'eredità di Roma.
Intanto i Burgundi, stabilitisi tra le Alpi della Moriana e della Savoia, piombano di tanto in tanto sulle pianure piemontesi razziando dovunque.
In questo fosco periodo emergono due figure di Vescovi di Torino, S. Massimo e S. Vittore, che affrontano i condottieri barbari per difendere la loro popolazione.
Finalmente intorno al 569 giungono i Longobardi: essi non passano razziando, ma si fermano per oltre duecento anni, lasciando tracce della loro permanenza nei nomi di località terminanti in « engo », come Murisengo, e in « igi », come Racconigi e Stupinigi; ed anche nel dialetto, come il nome « braida », da cui deriva Brà e significa villaggio.
Ma il fatto nuovo è che i Longobardi si convertono al cattolicesimo e si fondono lentamente con la popolazione locale.
Monastero
I re longobardi, come manifestazione della loro fede ma anche della loro potenza, fondano monasteri nei punti chiave del loro regno: così nacque nel 612 il monastero di Bobbio sull'Appennino ligure per opera di S. Colombano monaco irlandese.
Ai sovrani longobardi sono attribuiti i monasteri che in quel tempo sorsero ai piedi delle Alpi: S. Dalmazzo presso Pedona, S. Costanze presso Dronero, S. Pietro di Pagno presso Saluzzo, S. Michele alle Chiuse della Val Susa.
Anche a Cavour, sulle rovine della Caburrum romana distrutta dai barbari.
Alcuni monaci agostiniani, che una tradizione fa giungere dall'Africa, fondarono un monastero di cui resta la cappella sotterranea suggestiva con le sue colonne e i capitelli longobardi.
Nella nostre valli gli abitanti sono pochissimi.
La cura pastorale è praticamente inesistente nell'alta valle, e nella bassa e media valle si riduce a qualche cappella. Non esiste la predicazione e la stessa amministrazione dei sacramenti lascia molto a desiderare.
La vita religiosa si svolge quasi unicamente nel monastero ed è fatta quasi solo di preghiera.