andezeno

Scritto da Giorgio. Postato in La Cassa Rurale - 1908

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dalla Gazzetta del Popolo 17 maggio 1923
L'azione della Cassa di Andezeno

Possiamo riferire in modo abbastanza esatto e nei suoi particolari come il fallimento venne chiesto e dichiarato.

E' noto che l' istanza di fallimento è stata fatta dalla Cassa di Andezeno il giorno 10 maggio. Negli ambienti della Cassa di Bagnolo la gravissima decisione della consorella di Andezeno viene naturalmente giudicata molto severamente e rimane inspiegabile.

Come molte altre Casse rurali della nostra regione, anche quella di Andezeno aveva anticipato forti somme (800 mila lire circa) a quella di Bagnolo, somme di cui negli ultimi tempi inutilmente era stata chiesta la restituzione.

Per quanto abbiamo potuto apprendere a Bagnolo, una grave crisi deve essere scoppiata nella Cassa di Andezeno, la quale per evitare il proprio crollo si vide costretta a provocare quello della Cassa responsabile del suo dissesto.

La crisi della Cassa di Andezeno non è scoppiata improvvisa e forse non è stata determinata, come qui si afferma da taluni, dalle richieste di rimborsi da parte dei soci.

La crisi deve avere origini più lontane e più complesse ed ha destato profonda impressione e svariati commenti il fatto che il sacerdote che la Cassa stessa aveva fondato e dirigeva - don Brizio - si sia allontanato.

Don Brizio, a quanto pare, era favorevole a partecipare ai tentativi di riassetto della Cassa di Bagnolo, dalla cui sistemazione si riprometteva vantaggi non irrilevanti per quella di Andezeno.

Se non che, come dicemmo, non si sa esattamente perché improvvisamente egli, che aveva dominato sempre con freddezza e disinvoltura, la tempesta che contro la Cassa da lui diretta si addensava, scomparve.

Cosa nasconde questa partenza? Ecco la domanda che si pongono con angoscia i soci della Cassa di Bagnolo.

Intanto a dirigere la Cassa abbandonata da don Brizio, rimasero il presidente e gli amministratori, tutti contadini del luogo, assistiti dal ragioniere Melano di Torino.

Gli ufficiosi della Cassa di Bagnolo che, come abbiamo già rilevato, non riescono a spiegarsi la ragione per cui la Cassa di Andezeno decise di presentare istanza di fallimento contro la loro, si considerano vittime di intrighi orditi, non si sa bene con quali fini, dopo la fuga di don Brizio da elementi irresponsabili, ma influentissimi sull'amministrazione della Cassa di Andezeno.

Raccogliamo anche questa voce al solo scopo di registrare con esattezza la cronaca dei dolorosi avvenimenti, e non per accreditare la versione che, da Bagnolo, non possiamo in modo alcuno controllare.

Si comprende agevolmente del resto, che gli elementi direttivi della Cassa fallita appuntino le loro ire contro coloro che hanno fatto culminare la crisi.

Secondo le stesse persone poi la responsabilità dei dirigenti della Cassa di Andezeno sarebbe aggravata dal fatto che essi si dica qui, non ignoravano, anzi partecipavano, alle trattative per il finanziamento e la sistemazione della Cassa di Bagnolo, trattative che, sempre secondo i capi dell'azienda fallita, erano giunte, proprio lunedì mattina, ad una felice conclusione.

Risulta peraltro che fra le varie Casse che avevano deciso di dare la loro solidarietà finanziaria necessaria a quella di Bagnolo, non era compresa quella di Andezeno, provocatrice del fallimento.