Preludio

Scritto da Giorgio. Postato in La Cassa Rurale - 1908

dalla Gazzetta del Popolo 12 aprile 1924
Come fu provocato il fallimento

La Cassa Rurale di Bagnolo, sorta con modesto scopo di esercitare il credito fino ad un massimo di 5000 lire su cambiali e di 20.000 su ipoteca, a poco per volta, su iniziativa di don Cavallotti, parroco della chiesa di San Pietro in Bagnolo, uno dei più ardenti promotori della Cassa, impostosi fin dal principio per intelligenza, facondia ed autorità sugli altri soci, tutti contadini ed inesperti, stabilì di commerciare sulla frutta, prima in modesta forma, poscia con un commercio su vasta scala.

Il favore con cui fu accolta la nuova impresa, i primi lusinghieri risultati incoraggiano don Cavallotti a trasformare la Società in una fucina di propaganda politica e religiosa ed a mettere in pratica le sue sconfinate idee di grandezza.

Perciò la Cassa andò partecipando alle intraprese non solo della provincia e della regione, impiantò succursali, concorse ad appalti di pesi pubblici e di esattorie, acquistò poderi, fabbricò scuole, fondò un collegio ed un orfanotrofio, gestì officine per fabbricare liquori e specialmente volle avere fra le mani il potere politico e speso somme fortissime per le elezioni amministrative e per quelle politiche del 1919 e l921.

Scarsissimo essendo il capitale sociale, si supplì col credito, il qual contribuì in modo imponente. tanto che nel 1923 i capitali ascendeno a cifra non inferiore a 25 milioni.

Gli elevati interessi da pagare, le spese improduttive e gli illeciti profitti di molti, fecero sì che la Cassa fosse, fino dai primi anni, passiva.

Il deficit si verifica fino dal 1916 e si aggrava, di anno in anno, così da raggiungere i 4 milioni nel 1920.

ordinanzaSi ricorse allora ad un Consorzio di Casse, ma il male era diventato insanabile, la voce si propagò, i depositanti chiesero i rimborsi del danaro, finché nel maggio del 1923 l'assemblea dei soci cercò di correre ai ripari, ma la Cassa Rurale di Andezeno provocava dal tribunale di Saluzzo il fallimento ed il 25 maggio veniva ordinata la cattura dei componenti del Consiglio di amministrazione, del direttore don Cavallotti, dei due fratelli Carlo ed Ambrogio Zaccone che erano contabili della Cassa.