TORRE MEDIOEVALE (1000 d.c.)


torre gosso bnTerribili furono più tardi le incursioni dei Saraceni, che, per circa un secolo, il secolo X, piombarono ripetutamente dalle Alpi e dall'Appennino ligure sui monasteri e sui castelli piemontesi, razziando e distruggendo.

Fu distrutta in questo; periodo l'abbazia della Novalesa sorta due secoli prima per iniziativa dei Franchi in val Susa, e, più vicino a noi, il monastero di Cavour.

Orlando ed i suoi compagni combattono contro i saraceni a Roncisvalle incisione di Herman Vogel

Con il pretesto dei Saraceni, e forse travestiti da Saraceni, anche i contadini dei dintorni, scontenti della loro miserabile situazione, assalirono e derubarono monasteri e castelli.

Nell'atto di ricostruzione dell'abbazia di Cavour, all'inizio del secolo seguente, si parlerà di distruzioni compiute da Saraceni e da « cattivi cristiani ».

In compenso di tante distruzioni i saraceni ci lasciarono alcuni toponimi, e qualche parola nel dialetto piemontese come cusa (zucca), ramasin (susina) e baita (casa).

Per difendersi dai saraceni i villaggi si cingono di mura e nei punti strategici si elevano torri

Da l'ecomese del marzo 1992
DI TORRE IN TORRE    di Giorgio Di Francesco e Gianfranco Pellice

La torre del castello di Villar, quella quadrata di San Grato, la "moccia", quella di "Panroà" e la "Tor" costituivano un sistema per la trasmissione "visiva" di notizie a distanza.

Nella pianura che corre dai piedi della Media alla Rocca di Cavour nel territorio dei comuni di Barge e Bagnolo, sopravvivono ancora le vestigia secolari di quella che dovette essere una fitta rete di torri di segnalazione.

torre gossoTorri che risultavano essere mediane rispetto al veri e propri complessi fortificati appartenenti ai consorzi signorili locali e che avevano, quindi, la funzione precipua di mantenere i collegamenti visivi tra i castelli alleati.

Attualmente restano in piedi tre torri:

  • a Bagnolo la «torre di San Grato», conosciuta anche come «Torre dei Gosso» (proprietari recenti delle terre su cui sorge), ma chiamata nel medioevo «Tour Querà» nella parlata provenzaleggiante locale, dove «querà» stava per «quadrata», analoga origine del termine geografico transalpina «Queyras»);
  • a Barge, invece, quelle ora inglobate nelle cascine dette rispettivamente, in piemontese, «Panroà» e «la Tor».

La torre bagnolese ha una semplice struttura quadrata, compatta e molto regolare, in grandi blocchi di pietra disposti a corsi orizzontali, tranne qualche fila di muratura «a lisca di pesce».

bagnolo castello torreEssa appare molto simile alla torre del castello di Bagnolo, che venne eretta nel XII secolo dai feudatari del Villar, i Di Bagnolo, una famiglia che avrebbe dovuto riconoscere (ma non sempre lo fece) come superiori feudali i signori di Luserna e. sopra costoro, i Savoia.

Può risalire, allora, al massimo all'inizio del XIII secolo.

Della stessa epoca sembra anche essere la torre bargese di "Panroà», giunta, però. ai nostri giorni assai mutilata e gravemente crepata.

Ben diversa è, invece, quell'altra che affianca il fienile della cascina bargese detta “la Tor”: mozzata anch'essa e a pianta non quadrata, ma insolitamente tonda.

Tra la «Tour Querà» e «Panroà» sappiamo comunque che esistette un'altra torre, che già nel XVIII secolo veniva definita «moccia»: nell'inventario dell'eredità di Chiaffredo Borda Bossana. risalente al 1780, essa viene ricordata con il nome impostole dagli Spagnoli probabilmente al tempo delle «guerre di successione». «Torre Madrid».

barge torreMa che si trattasse d'una struttura anch'essa medioevale e quindi coeva alle citate, è confermato da una circostanza innegabile: il loro allineamento lungo una stessa retta che corre parallela alla Media e che si interpone tra il forte di «Bramafam», allora sorgente sulla Rocca di Cavour, ed i due castelli di Bagnolo e di Barge, quasi a formare un triangolo di questi «segni» militari.

Quale, allora, la funzione della torre rotonda prima citata, che non si trova in asse con tutte queste? Permettere ai segnali visivi di doppiare il «Bricco di San Pietro Martire» e raggiungere un'altra torre che sappiamo esistente all'epoca nella frazione detta, appunto, Torriana, sul «Bricco di San Quirico», per raggiungere facilmente, di là. la vicina Envie.

La data di creazione di questo imponente complesso fortificato risale certamente al XIII secolo: epoca nella quale i Signori del consortile di Barge erano alleati dei di Bagnolo, dei Piossasco, del Comune di Pinerolo e di quello di Torino, fusi in una lega d'interessi che costituì il «ramo piemontese della Lega Lombarda» (ma. in un primo tempo, della «seconda Lega», quella che contrapponeva i comuni lombardi di parte imperiale a Milano, e, solo dopo, della «Lega vera e propria», in veste d'alleati malfidi).

Sia i grossi comuni, come Pinerolo e Torino, sia i feudatari come i Piossasco. i Bagnolo ed i Barge volevano la stessa cosa: liberarsi dai vincoli con i quali i feudatari maggiori avrebbero voluto limitare i loro poteri.

E, per far ciò. si univano e chiedevano direttamente protezione all'Imperatore, oppure ad uno dei due Imperatori in lotta per assicurarsi la supremazia.

I congiurati piemontesi, però cambiavan bandiera assai facilmente anche abbandonando i campi di battaglia a truppe già schierate e non erano, perciò, considerati «partners» accettabili.

Si comportavano spesso più come briganti che come truppe regolari (vedi il caso dell'assalto ordito dai Bagnolesi ai danni dei pellegrini vercellesi diretti al santuario di Becetto, vicino a Sampeyre, una volta individuati costoro come cittadini d'un comune appartenente alla Lega opposta) e giuravano, poi, di non aver commesso i fatti loro addebitati.

Una pagina della storia locale che, per l'interesse di poche famiglie, avrebbero apportato molti danni alle popolazioni, lasciando ai discendenti questi monumenti dell'arte militare, certamente reimpiegati in epoche successive, ma resi sempre meno importanti dopo la diffusione ed il perfezionamento delle armi da fuoco..