UNA RETE DI STRADE (61 a.c.)


stradeLe valli più importanti videro spesso passare le legioni romane.

Tra il 61 e il 59 a.C. Cesare passò più volte per la val Susa per conquistare la Gallia.

Sertorio nel 77 a.C. si vantò di aver trovato una via più breve per la Spagna, probabilmente passando per la Val Chisone.

Le valli minori invece, che non portavano a valichi importanti, erano percorse da semplici mulattiere per gli scambi locali.

Queste valli, isolate dalle grandi vie di comunicazione, divennero isole di conservazione: la lingua, la religione, il costume, la stessa amministrazione romana vi penetrarono molto tardi e con difficoltà. In questo periodo le valli Bronda-Infernotto non dovevano essere molto abitate: boschi sui pendii, ghiaie e acquitrini nel fondovalle.

Una discreta strada romana congiungeva Cavour con Bibiana; poi una mulattiera percorreva tutta la valle Pellice da Bibiana al Colle della Croce.
stradeQuesta mulattiera, percorsa da pastori al tempo di Cozio, divenne sempre più frequentata in epoca imperiale, congiungendo l'importante colonia di Caburrum con Embrun, la capitale della provincia delle Alpi Marittime.

Passava per Luserna, dove ancora nel secolo XV una porta era chiamata «la porta di Guillestra o la porta del Queyras».

A Cavour la strada della Val Pellice si innestava su un’importante via pedemontana che da Pedona (Borgo S. Dalmazzo) andava a Ivrea passando per Auriate (Caraglio), Cavour e Tonno: tracce di questa strada sono state rinvenute nelle campagne di Cavour e Frossasco.

E al di là delle Alpi la nostra strada si innestava su un'altra via che da, Brigantio (Briançon) attraverso i Quairati (Queyras) andava in Val Varaita.

Là dove queste strade e questi sentieri transalpini raggiungevano una via romana c'era quasi sempre un ufficio doganale chiamato «portorium»», dove si doveva pagare la « quadragesima Galliarum », un dazio che consisteva nel 2,5 per cento sul valore delle merci importate dalle Gallie.

COSTRUZIONE DI UNA STRADA ROMANA

Plinio il Vecchio:
"I Romani posero ogni  cura in tre cose soprattutto, che furono dai Greci neglette, cioè nell'aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel  disporre nel sottosuolo le cloache."

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